Quanto sono temporalesche, in estate, le pianure settentrionali toscane?
La domanda sorge spontanea considerando che spesso, molto spesso, sembra che i temporali estivi nutrano una grossa antipatia verso le nostre pianure, specie quelle comprese fra Lucca e Pistoia.
Facciamo chiarezza: durante i passaggi frontali sono proprio le pianure pistoiesi e lucchesi a subire i maggiori effetti derivanti dai fenomeni temporaleschi. Certo va specificato che anche in queste occasioni alcuni fattori locali (per lo più legati all'orografia) possano ostacolare il passaggio dei sistemi frontali, ma non è questo il quadro che andremo ad analizzare.
Questo perché i sistemi frontali, legati ad una struttura sinottica ben costruita, non sono molto frequenti in estate, in particolare nei mesi di giugno e luglio.
I motivi per il quale le pianure settentrionali toscane sono spesso refrattarie ai fenomeni temporaleschi nei mesi di giugno e luglio è sì riscontrabile nell'orografia.
Vi rammento che i modi migliori per avere dei sistemi temporaleschi nelle stagioni più calde sono i seguenti: temporali termo-convettivi (legati all'instabilità pomeridiana), intrusioni di aria fresca da NE e transiti di linee di instabilità dovute a veloci saccature. In tutti e tre i casi le nostre pianure trovano degli svantaggi:
Partiamo dal primo caso
E' vero che talvolta temporali dovuti all'instabilità pomeridiana possono crescere in Appennino per poi scendere verso le pianure adiacenti ma è altrettanto vero che molto spesso, per qualche (apparentemente) misteriosa ragione, questo non avviene.
Analizziamo il caso in cui le correnti a tutte le quote siano disposte da N-NW. Durante la formazione del temporale abbiamo ovviamente, nella parte più elevata, la risposta di un'incudine nella tropopausa. Con tali correnti in quota essa tende a distendersi verso SE, coprendo le pianure adiacenti dall'irraggiamento solare e inibendo dunque ulteriore convezione. In questi casi andrà meglio alle province di Prato e Firenze che, essendo le ultime ad essere coperte dalle incudini dei temporali presenti sull'Appennino pistoiese, potranno essere interessate da temporali anche forti.
Analizziamo adesso la situazione in cui le correnti principali siano disposte da N-NE. In linea di massime queste correnti, se non sono troppo forti, permettono in un primo momento la crescita di cumuli interessanti dalle zone pedemontane fin verso le pianure. Tuttavia, in un secondo momento, tendono a ridurre in maniera troppo eccessiva l'umidità assoluta al suolo: la città di Prato in particolare, a causa della presenza della val di Bisenzio a N-NE, trova difficoltà nella fase di convezione dovuta alla persistenza di raffiche di vento relativamente forti.
E' evidente che ogni altra corrente in quota sarebbe per lo più sfavorevole per le nostre pianure.
Secondo caso
Dobbiamo puntualizzare che le intrusioni di aria fresca e secca dal NE europeo in genere sono inibitrici della convezione su quasi tutta la Toscana, in particolar modo per le porzioni settentrionali.
Questo perché tali incursioni di aria fresca tendono ad interessare (a rigor di logica) principalmente le regioni adriatiche per poi, talvolta, scivolare verso il centro-sud Italia. Nell'ultimo caso avremo a che fare con l'isolamento di vaste depressioni sul Tirreno meridionale, ad ogni modo "inutili" dal punto di vista temporalesco per gran parte della Toscana.
Terzo ed ultimo caso
Il transito di rapide saccature da W verso E è una situazione molto spiacevole per il N Italia, in quanto permette la formazione di groppi temporaleschi molto violenti a spasso per la pianura padana. Tali configurazioni sono collegate ad un lieve calo della pressione al suolo assieme ad una violenta accentuazione dell'instabilità che, in presenza di un buon serbatoio di aria caldo-umida, è un connubio ideale per la formazione di fenomeni violenti.
In Toscana settentrionale una saccatura con "cuore fresco" centrato sul mar Ligure può essere utile ma solo con una precisa collocazione! In alternativa, qualora essa dovesse trovarsi anche di poco più a S, essa rimarrà favorevole per le porzioni centrali della regione: questo perché innanzitutto i fenomeni temporaleschi, nel loro transito da W verso E, tendono a creare correnti di outflow che impattando sul Montalbano isolano dalla convezione le città di Prato e Pistoia (così come ogni altra zona coperta a W-SW dai rilievi); in un secondo luogo perché una depressione termica sulla Toscana centrale tende comunque a richiamare un po' di grecale nei bassi strati. In questo contesto le città di Lucca e Firenze risultano essere leggermente avvantaggiate.
Se siete amanti dei temporali ad ogni modo potete stare tranquilli: le pianure settentrionali toscane, a scala europea, sono molto temporalesche! La loro qualità si palesa principalmente nei mesi di maggio, settembre, ottobre e novembre; ovvero quando i sistemi frontali sono più estesi e organizzati. Le nostre zone, a differenza di molte altre, vedono inoltre molti temporali durante la stagione fredda, generalmente poco propensa allo sviluppo convettivo.
Daniel Gialdini
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