L' alluvione del 21 ottobre 2013
Tale evento temporalesco rappresenta uno degli esempi più
classici nei quali, a fronte di una situazione sinottica al suolo e in quota
apparentemente poco disturbate, lo sviluppo di un flusso caldo-umido prefrontale a innesco
afro-mediterraneo ha permesso la formazione di un complesso convettivo a mesoscala. La promozione di quest'ultimo fu certamente supportata da acque mediterranee ancora calde e dall'azione della
barriera orografica (Appennino), con genesi di elementi convettivi da
"retroazione dinamica" (nuovo sollevamento di aria caldo-umida
operata dall' "avanzamento" del temporale), che mantennero in vita il sistema temporalesco per
oltre 12 ore.
La situazione alla quota isobarica di 500 hPa vede una vasta saccatura di origine
atlantica, estesa dal medio Atlantico all'Inghilterra, e un promontorio
anticiclonico protendersi dal Nord Africa all'Europa orientale, con massimi di
pressione al suolo e in quota sull'Italia meridionale e sul Mar Nero. La
configurazione appena descritta attiva un flusso sudoccidentale, presentando
così curvatura ciclonica tra le isole Baleari e il Mar Ligure:
Situazione sinottica relativa alle 00 UTC del 21 ottobre
2013
Mappa di pressione al suolo e fronti relativa alle 00 UTC
del 21 ottobre 2013
Sebbene sia presente in media troposfera un discreto apporto
di vorticità positiva, associata all'avvezione fresca in quota, questa
configurazione apparentemente non suscita particolare preoccupazione. La
situazione al suolo appare tuttavia molto più interessante con due principali
protagonisti: il vasto minimo centrato a ovest dell'Inghilterra e la cellula
anticiclonica attiva sull'Europa orientale, con un debole promontorio esteso
sul Mediterraneo centrale. Il minimo depressionario atlantico promuove una
blanda saccatura il cui asse affonda sulle isole Baleari; ciò facilita
l'attivazione di un flusso meridionale molto caldo e umido, che tende a
risalire verso la Sardegna fino ad arrivare sulla Toscana.
Tale flusso conduce grandi quantità di calore sensibile e,
sorvolando le acque mediterranee, si arricchisce di vapore acqueo, fornendo
molta energia al sistema che si svilupperà al momento della risalita
orografica. Tra la sera del 20 e le prime ore del 21 ottobre si viene a creare
così, tra Liguria e Toscana, una spiccata linea di convergenza tra masse d’aria
relativamente fresche e secche in risalita dalla Spagna con quelle
più calde e umide provenienti dal Tirreno. Tutto ciò darà vita a un
sistema temporalesco dalla classica struttura a "V", meglio
conosciuto con il termine V-Shaped, il principale responsabile degli eventi alluvionali
che negli ultimi anni hanno interessato varie zone d'Italia.
Immagine satellitare a scala europea alle ore 23:45 UTC del
20 ottobre. Si nota il corridoio d’aria secca che dal Marocco si distende fino
all’Italia nordoccidentale, passando per la Spagna e la Francia e
il flusso caldo-umido in risalita dal Tirreno. La convergenza tra le due masse
d’aria si manifesta nella V-Shaped in atto sull'Alta Toscana.
Queste tempeste a "V" insorgono quando sono
presenti determinate condizioni che non sempre si trovano al posto giusto nel
momento giusto:
1) Venti da sud o sudest nei medi e bassi strati, tendenti a disporsi da sudovest e aumentare d'intensità all'aumentare
della quota;
2) Contributo di una massa d'aria instabile e umida in
avvicinamento al sistema convettivo i cui effetti possono essere
ulteriormente esaltati se costretta a risalire una catena montuosa;
3) Persistenza di una marcata linea di convergenza su una
determinata zona, capace di conferire al sistema temporalesco carattere di semi-stazionarietà.
4) Presenza di un forte "wind shear" verticale sopra cui diverge una corrente a getto generando condizioni di fortissima instabilità;
4) Presenza di un forte "wind shear" verticale sopra cui diverge una corrente a getto generando condizioni di fortissima instabilità;
Questo tipo di temporale ha la peculiarità di scaricare
ingenti quantità di pioggia in pochissimo tempo, all'incirca sulle stesse aree
dove sono transitate le celle precedenti, causando improvvise alluvioni lampo. Generalmente, le celle più intense si formano nella parte più
meridionale, lungo la punta della "V", dove si concentrano i fenomeni
più violenti ed estremi, con piogge torrenziali e intensa attività elettrica.
Struttura
di un temporale con rigenerazione sopravento. Il temporale si sposta da
sinistra verso destra (da sud a nord) e la propagazione delle celle avviene in
senso retroattivo (da nord a sud). Ciò rende il sistema convettivo quasi
stazionario fino a quando non intervengono fattori nuovi a modificare il
profilo verticale delle correnti o non si dissipa in loco l'energia
disponibile.
Analizzando i dati delle precipitazioni cumulate (fonte: CFR Toscana), le mappe delle fulminazioni e le immagini satellitari, possiamo
vedere come l'evento temporalesco abbia iniziato a manifestarsi nella tarda
serata di domenica 20 proprio sull'Alta Toscana (Garfagnana) per poi estendersi
nella notte su quasi tutta la Toscana settentrionale. Gli accumuli
precipitativi, come nelle previsioni, sono stati davvero eccezionali, con tempi
di ritorno ben oltre i 20 anni e in alcune zone addirittura oltre i 100 anni!
Le aree più colpite sono state la lucchesia, il pistoiese e, in un secondo momento,
il senese. Gli accumuli maggiori si sono avuti in Appennino con picchi fino a
350 mm, ma anche in collina e pianura si sono avuti accumuli elevati, fra cui i 130 mm del
pistoiese e i 200 mm del senese.
Mappa delle fulminazioni registrate dalle 00:00 alle 9:00 in
Toscana (21 ottobre 2013)
Precipitazioni cumulate nelle 24 ore del 21 ottobre 2013
Scansione radar di riflettività delle 01:30 UTC del 21
ottobre 2013
Per la zona di Pistoia, escludendo le zone di montagna più
abituate a simili quantitativi, è il quarto accumulo precipitativo giornaliero
più alto mai raggiunto nell'arco di 100 anni e addirittura l'accumulo
giornaliero più alto mai registrato nel mese di ottobre! Fra le stazioni del CFR Toscana, Pontelungo (PT) riporterà 125,6
mm, Santomato 131,2 mm e Montecatini Terme 91,6 mm.
Le intense precipitazioni cadute in poche ore hanno
comportato un rapido innalzamento dei corsi d'acqua causando la fuoriuscita del
torrente Bure, tracimato ad Agliana, e del torrente Calice nel comune di Agliana.
Stessa sorte per il torrente Brana, esondato in vari punti a Pistoia, e
dell'Ombrone pistoiese. L'esondazione della Bure ha provocato l'allagamento del
sottopasso della stazione ferroviaria di Montale-Agliana. Nella frazione di
Stazione, sempre nel comune di Montale (PT), sono stati registrati numerosi
allagamenti di molte strade, case e scantinati, con l'evacuazione di alcune
abitazioni. Ecco alcune foto di quell'incredibile giornata a cura di Daniel
Gialdini scattate in località Stazione (PT):
Quello che segue è invece il punto in cui il torrente Brana ha rotto gli argini:
Per rendere l'idea delle abbondanti precipitazioni cadute, vi elenco gli accumuli di alcune stazioni meteo che sono stati registrati in quella straordinaria e irripetibile giornata:
Barga Nabbiana (LU) 358,8 mm
Gallicano (LU) 324,4 mm
Vergemoli Fornovalasco (LU) 312,6 mm
Barga Ponte di Campia (LU) 299,8 mm
San Lorenzo a Merse (SI) 272,6 mm
Careggine Maestà della Formica (LU) 254,6 mm
Bagnone (MS) 249,2 mm
Monteroni d'Arbia (SI) 248,2 mm
Acquerino (PT) 243,8 mm
Pian di Novello (PT) 243,2 mm
Stazzema Cardoso (LU) 234,8 mm
Vagli di Sotto (LU) 226,0 mm
Campagrina (LU) 225,4 mm
Tereglio (LU) 221,0 mm
Stazzema Palagrana (LU) 217,8 mm
Abetone Boscolungo (PT) 217,4 mm
Calavorno (LU) 217,4 mm
Terrinca (LU) 208,4 mm
Cutigliano Melo (PT) 206,6 mm
Vi invito a dare un'occhiata alle altre foto su Facebook e a questo video su You Tube!
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