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Visualizzazione dei post da settembre, 2018

Tromba d'aria o downburst?

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Durante ogni stagione estiva i media si sbizzarriscono nel rendere sensazionali le notizie di eventi meteorologici del tutto nella norma: “tromba d’aria” è il termine abusato con maggiore frequenza, quasi quotidiana. Gli eventi tornadici in Italia non sono così rari come si è portati a credere, anche se i temporali possono produrre venti molto intensi e pericolosi anche in assenza di vere e proprie trombe d’aria. La quasi totalità delle volte in cui si usa il termine "tromba d’aria" viene fatto a sproposito. Spesso il giornalista che si trova ad osservare un fenomeno temporalesco violento, in cui improvvisamente non si vede più nulla e si viene investiti da raffiche di vento a volte “esagerate”, è portato a credere di trovarsi di fronte ad un “tornado” quando in realtà è molto probabilmente il fenomeno del Downburst! In parole semplici, il Downburst è il vento che si forma “davanti” ad un fronte temporalesco che avanza, creato dalla pioggia e dall’aria che con ess

Come avviene il rilevamento dei fulmini?

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I fulmini e le onde radio Le scariche generate da un temporale producono impulsi a radiofrequenza, la cui intensità diminuisce con l’aumentare della frequenza. Tali onde si propagano lungo tutta la superficie terrestre e in ogni secondo possiamo calcolare sulla Terra circa 100 scariche elettriche. Tali scariche variano coprendo quindi un’ampia gamma di frequenze. Si calcola che solo una bassa quantità di energia del fulmine, intorno al 10 %, sia irradiata sotto forma di onde radio, mentre la restante parte si disperde per lo più in energia termica. Per capire come il fulmine possa generare queste onde radio basta rifarsi ad alcuni semplici concetti di fisica: una carica elettrica è circondata da un campo elettrico, ma se la carica è in moto essa produce una corrente ed un campo magnetico la cui intensità dipende dalla velocità della. Un’onda elettromagnetica non è altro che l’insieme di un campo elettrico e magnetico in fase tra loro. Rilevamento dei fulmini in Ital

La neve natalizia in Toscana: fra mito e realtà

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Parlo da appassionato di meteorologia e dunque il mio contributo è nettamente di parte. La  neve natalizia  è senza dubbio il sogno di ogni bambino appartenente a questo pianeta, oltre a quello di qualche adulto sollevato nel vedere un paio di fiocchi di neve svolazzanti fra una portata del pranzo e l’altra. Gli ultimi anni in Italia hanno mostrato una tendenza meteorologica orribile in corrispondenza del giorno di Natale, spesso collegato a fasi alto-pressorie invadenti o risalite d’aria calda primaverili (come quella del terribile Natale 2006…). Spesso ci siamo chiesti se fosse mai capitato nella storia un bianco Natale: da buon Toscano potrò proporvi la storia natalizia della mia regione, per quanto riguarda la neve ovviamente, a partire dagli anni ’60. Nevicate di Natale della Storia Cominciamo dal  1963 , già famoso per aver regalato alla nostra regione uno degli inverni più nevosi della storia (molto più nevoso dell’ 85  per intenderci, che dalle nostre parti fu p

La piovosissima estate del 2014

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L'estate 2014 è stata una stagione molto particolare, conclusasi in controtendenza rispetto alle estati estremamente calde e secche a cui i primi anni 2000 (come quella del 2003 ad esempio) ci avevano abituati. Essa è stata descritta come molto fredda e piovosa anche se nella realtà dei fatti sul territorio italiano è risultata termicamente nella media. Le zone di NW e quelle tirreniche sono state quelle dove si sono concentrate le principali anomalie negative seppur leggere, mentre sul resto del territorio, in particolare sul S Italia e sul lato adriatico, abbiamo avuto valori complessivamente di poco al di sopra della norma. Questo non è altro che il risultato delle configurazioni bariche dominanti nella maggior parte della stagione, le quali hanno mostrato la presenza quasi insistente di centri di bassa pressione sull'Europa occidentale e sul vicino Atlantico (dove infatti si sono riscontrate le zone a più evidente anomalia negativa, come Inghilterra, Francia e pa

La nevosità delle pianure toscane

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Quest’oggi menzionerò la Toscana, soffermandomi sulla sua nevosità in base alla media dei dati storici. È abbastanza evidente che la nevosità delle pianure toscane non possa essere associata a quella delle grandi pianure del nord Italia, specie quelle occidentali e vicine all’Appennino. Quello che ci resta da capire è quale provincia pianeggiante della Toscana sia la più nevosa e successivamente spiegarne le cause: cominciamo! Il primato lo detiene la città di Pistoia , seguita quasi a pari merito dalla città di Lucca . Pistoia detiene una media nivometrica storica di circa 10 cm annui. Essa si colloca in un contesto geografico favorevole alle nevicate da “cuscinetto freddo” essendo racchiusa dai monti sia a ovest che a nord. Questa disposizione, oltre a ripararla dai miti venti di libeccio e ponente, le consente un notevole incremento dell’intensità delle precipitazioni indotte dall’effetto STAU. Fra gli eventi più importanti spicca senz’altro la grande nevicata